Rullo di tamburi per favore!!
Questa ricetta racchiude non solo la più alta forma d'amore ma anche poesia,passione,leggenda,tradizione, questa è l'altra faccia della mia amata Calabria.
In ogni festa, in ogni ricorrenza ed ogni domenica come da tradizione tutte le donne si mettono in cucina ad impastare la pasta con ingredienti semplici;acqua,sale e farina di grano duro,materie prime che anche in piena povertà non sono mai mancate in ogni casa calabrese.
Un piatto impegnativo che non ha età,epoca e soprattutto stagione, anche il 15 di agosto con una temperatura di 40° in Calabria non si mangia un'insalatina freca bensi i "maccarruni i casa".
Io li amo conditi con il pomodoro fresco e ricotta salata ma giù si usa farli con sugo di capra rosso o bianco o con ragù di carne (non quello bolognese)!
Mia madre è bravissima a farli ed io in qualità di figlia e food blogger la nomino vincitrice!
I maccarruni mi ricordano mia nonna con il fazzoletto di seta in testa,la mia terra, le cene con gli amici all'agriturismo Pambola, le pentolate in piazza e gli occhi di mio figlio che ogni domenica grazie alla mia mamma,sua nonna,si gode un pezzo di sud dirattamente a Sanremo.
A lei dedico questa ricetta che è stata creata dalle sue mani e le dedico anche le parole di uno dei più grandi scrittori Italiani, P.Pasolini, uno che non si è omologato a nulla proprio come me,sua figlia.
E’ difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…
Ingredienti per 4 persone:
-500g di semola di grano duro
-acqua
-sale
Per completare il piatto:
-abbondante ricotta salata(Io caseificio Spadi Enzo)
Preparazione:
Mettete la farina a fontana sulla spianatoia, versateci dentro un bicchiere d’acqua tiepida; impastate, aggiungendo l’acqua necessaria per ottenere una pasta liscia e compatta.
Avvolgetela in un tovagliolo bianco inumidito e lasciatela riposare.
Riprendete la pasta, staccate dei piccoli pezzetti e formate dei bastoncini lunghi e grossi come un dito.
Avvolgeteli a spirale intorno a un filo di saggina o ad un ferro da calza e stendeteli con le palme delle mani,senza premere troppo sopra la pasta. Sfilateli molto delicatamente dal ferro e metteteli ad asciugare sopra a un canovaccio infarinato, allineandoli uno accanto all’altro ben distanziati.
Condite con un sugo di pomodoro fresco,un filo d'olio evo a crudo,io ho scelto un olio evo calabrese superlativo Acton di Leporano(monocultivar Cannavà) cospargeteli di ricotta salata.
Godetevi la vita.
La
Le mani della mia mamma |